Configuratore di prodotto o configuratore di offerta?
C’è chi lo chiama configuratore di prodotto e chi preferisce configuratore di offerta, ma qual è il modo giusto di definire il CPQ? Ammesso che ce ne sia uno, ovviamente. Tre modi di definire quindi lo stesso software nato per le aziende con la necessità di emettere offerte veloci e corrette anche quando il prodotto non è presente a magazzino, o addirittura non è mai stato realizzato prima.
Sommario
Configuratore di offerta: supporto al processo commerciale
Partiamo proprio dalla definizione di CPQ. Si tratta di un software il cui scopo è quello di supportare la forza vendita nell’emettere un preventivo di prodotti complessi e configurabili. Il suo acronimo infatti è Configure Price Quote, e del suo significato abbiamo già parlato in un nostro precedente articolo.
Configurare, definire il prezzo, emettere un preventivo. Le fasi previste dal processo di configurazione sono queste e afferiscono principalmente alla sfera commerciale di un’impresa. La sua principale funzione è infatti supportare la forza vendita nella definizione di un’offerta grazie alla sua capacità di semplificare un’attività che altrimenti risulterebbe troppo complessa: dare risposte immediate al cliente che esprime un’esigenza particolare.
L’utilizzo di un configuratore di offerta rende più facile la vita di un commerciale, consentendo di accedere con facilità a listini e cataloghi in formato digitale senza bisogno di ricorrere a prezziari cartacei o addirittura alla memoria.
Configuratore di offerta quindi sarebbe la risposta al nostro quesito iniziale, poiché è chiaro che lo scopo finale è quello di consegnare al cliente un’offerta che risponda esattamente alla sue richieste. Deve inoltre consentirgli di prendere una decisione in base a informazioni corrette e il più possibile immediate.
Configuratore di prodotto: il processo parte da qui
Eppure non bisogna dimenticare che il processo di configurazione parte dal prodotto. Quest’ultimo infatti, le sue componenti e tutte le loro possibili combinazioni sono il cuore di tutto il processo e le regole con cui la varie parti possono essere combinate devono necessariamente essere tenute in considerazione per poter consegnare al cliente un’offerta veritiera.
Il collegamento con la produzione quindi risulta immediatamente chiaro, anche se non primario. Un buon configuratore di prodotto infatti è in grado, una volta esaurita la sua funzione commerciale, di emettere anche le istruzioni per il reparto produttivo e la distinta base.
Solo prodotti o anche servizi?
A questo punto potrebbe sorgere un dubbio: ma un configuratore di prodotto può essere adatto anche alla configurazione di un servizio? Certamente sì! E forse la dicitura configuratore di prodotto potrebbe risultare inesatta. In realtà che sia un prodotto fisico o l’erogazione di un servizio, il processo è identico, manca solo, ovviamente, il lancio in produzione. Ma se un’azienda che eroga servizi ha un’offerta ampia magari in continua evoluzione e con diverse combinazioni possibili difficili da calcolare, il personale commerciale si troverà ad affrontare le stesse problematiche.
Alcuni esempi di aziende che erogano servizi ma che potrebbero trarre grandi vantaggi dall’utilizzo di un configuratore sono ad esempio le assicurazioni, che con i vari pacchetti possono proporre una grande quantità di prodotti finiti. Simili, ma in un ambito diverso, sono le mutue sanitarie, che possono proporre ai loro assistiti diversi servizi combinati in maniera differente. Altro esempio sono le società di telecomunicazioni, la cui gamma di servizi, le possibili scontistiche e i casi speciali, si trovano a dovere comporre offerte complesse e articolate.
Configure-to-Order: il modello produttivo del configuratore di prodotto
Tornando alle aziende di produzione, è chiaro come non sia un prodotto adatto a tutti i tipi di modelli produttivi. Nel caso di Make-to-Stock, ad esempio, quindi di prodotti standard da avere in magazzino, un configuratore di prodotto è uno strumento idoneo. Prendiamo in esame il caso in cui il lancio in produzione è previsto solo una volta che è stato ricevuto l’ordine. Si tratta di modelli in cui il cliente sceglie le combinazioni da un catalogo (Assembly-to-Order) o partendo da zero sulla base delle sue esigenze (Configure-to-Order). In questi casi, un configuratore di prodotto è un software fondamentale per il taglio dei costi.
Se viene integrato a soluzioni di gestione della supply chain è infatti in grado di contribuire con i suoi dati alla pianificazione della produzione a breve, medio e lungo termine, accorciando i tempi di produzione e ottimizzando il magazzino.
Allo stesso tempo se viene invece integrato alla gestione commerciale dell’ERP aziendale o al CRM, saranno le stesse vendite a beneficiarne, poiché contribuirà alla realizzazione di un vera e propria guided selling volta alla piena soddisfazione del cliente.
In conclusione possiamo dire che configuratore di prodotto o configuratore di offerta sono entrambi corretti, semplicemente evidenziano due aspetti dello stesso processo. Noi abbiamo deciso di chiamare il nostro Axioma CPQ: se vuoi saperne di più visita la nostra pagina.