Axioma e la “personalità” del software gestionale
L’intervista ad Andrea Maserati su ZerounoWeb.
L’intervista ad Andrea Maserati su ZerounoWeb.
Se si parla di industria, si parla di Supply Chain. Il processo produttivo è infatti il cuore pulsante di un’azienda industriale e l’efficienza di quest’ultimo deriva da una corretta gestione della catena di distribuzione (supply chain management), ovvero una gestione che parte dalle basi dell’intera fase di produzione: la schedulazione dei processi. Prima però di trattare questo argomento vediamo in cosa consiste oggi la supply chain.
Nel contesto odierno, la Supply Chain deve presentare caratteristiche precise per poter dare i suoi frutti e rendere il processo produttivo competitivo e performante. Innovazione, flessibilità e proattività: queste sono le principali caratteristiche per stare al passo con la quarta rivoluzione industriale, oltre ovviamente alla digitalizzazione, requisito che ne racchiude il vero valore.
Vi starete chiedendo che cosa si intende per Suppy Chain digitalizzata. Tanti infatti usano questo aggettivo senza sapere davvero a che cosa si riferisca. In realtà comprende diversi significati e caratteristiche, di cui la più importante è l’integrazione con soluzioni aziendali intuitive e comunicanti.
Adottare una Supply Chain digitalizzata corrisponde quindi ad avvalersi di una soluzione completa e integrata di pianificazione e gestione della produzione affinché tutto il processo divenga maggiormente reattivo, trasparente e in grado di adattarsi all’eventualità di eventi perturbativi. Le aziende in questo caso potrebbero ottenere vantaggi su più fronti, come minori costi operativi, riduzione consistente dei tempi di consegna, rafforzamento della capacità di analisi dei dati, consentendo quindi una visione futura strategica, basata su analisi e report affidabili. Aspetto quest’ultimo importantissimo: in un momento come questo, di forte competizione e saturazione del mercato, le decisioni strategiche per il proprio business devono essere prese sulla base di analisi e report precisi e attendibili, possibili soltanto scegliendo uno strumento solido e integrato.
Oltre ad avere una soluzione di SCM digitalizzata, è importante averne una “su misura”, cioè studiata sulle precise esigenze di un’azienda. Mi spiego meglio. La gestione della catena di distribuzione coinvolge diverse fasi/dipartimenti: marketing, rapporti con i fornitori, rapporti con i clienti, approvvigionamenti, gestione e stoccaggio scorte, gestione degli ordini di produzione e d’acquisto, gestione delle consegne, logistica di ritorno. Non tutte le aziende si occupano di gestire tutti i processi, per questo una soluzione di Supply Chain Management si divide in diversi moduli, ognuno dei quali dovrebbe rispondere a un bisogno preciso.
Uno di questi, quello di cui parliamo oggi, è la schedulazione dei processi: lo strumento per ottimizzare il piano di produzione, cioè l’elemento che, ovviamente, sta alla base di qualsiasi processo produttivo e da cui tutte le aziende industriali partono.
Una soluzione di schedulazione dei processi può aiutare molto nell’ottimizzazione del production plan e ottenere quindi i vantaggi sopraelencati. Vediamo nel dettaglio le aree di interesse di uno schedulatore.
Lo scheduling è l’elemento chiave del processo produttivo: permette di assegnare e pianificare la sequenza delle diverse attività a ciascuna risorsa in base alla loro disponibilità e capacità produttiva, con l’obiettivo di minimizzare i costi e tempi di produzione.
Lo schedulatore va a risolvere molte delle criticità proprie del processo produttivo, come:
Tutte queste criticità, se risolte, possono ottimizzare l’intero processo produttivo e migliorare il servizio sia con i fornitori che con i clienti. Una soluzione di schedulazione dei processi non si ferma qui, ma prevede diverse fasi per il miglioramento dell’intero piano di produzione. Il Factory scheduling di Axioma e sedApta permette l’ottimizzazione della produzione passando per diversi step.
Uno strumento di schedulazione dei processi è il punto di partenza non solo per avere una Supply Chain digitalizzata ma soprattutto 4.0. A proposito, il piano impresa 4.0 prevede incentivi ancora per tutto il 2018. Approfittane subito, parti dalla produzione.
Finanziabile con il piano Impresa 4.0, l’offerta di Axioma e sedApta comprende soluzioni specifiche per la gestione della produzione.
Il GDPR – General Data Protection Regulation – è il nuovo regolamento per la protezione dei dati all’interno dell’Unione Europea che sarà applicato a partire dal 25 maggio 2018. Se ancora la vostra azienda non si è adeguata, dovrebbe cercare di farlo al più presto.
La ragione per cui occorre affrontare seriamente il tema della compliance al GDPR sta proprio nei rischi connessi al non far nulla, mentre tutti i processi di mercato si trasformano e diventano sempre più digitali e basati su dati personali. Rapporto Clusit 2017
Il nuovo regolamento non si riferisce solamente al trattamento e al consenso dati, aspetto importante a cui abbiamo infatti voluto dedicare spazio e attenzione con un altro articolo; il GDPR tratta anche di data protection attraverso l’impiego di un’infrastruttura IT solida (cioè resiliente, sempre disponibile, sicura), in grado di rispondere al crescente problema del cybercrime. Prima di parlare però di violazioni informatiche, cerchiamo di contestualizzare meglio lo scenario in cui è nata la necessità di introdurre l’attuale GDPR.
Con il massiccio utilizzo delle tecnologie digitali nei processi di business, sono aumentate anche le operazioni via web sia da parte dell’utente che delle aziende stesse. A partire dalla compilazione di form fino ad arrivare alle operazioni di pagamento online sempre più frequenti, la circolazione di dati sensibili in rete continua ad aumentare. Contemporaneamente e inevitabilmente sono incrementati i casi di violazione informatica, casi che a oggi si sono talmente raffinati da essere sempre più spesso imprevedibili.
Nel 2017 si sono verificati i casi di attacco tra i più dannosi degli ultimi tempi. Di fronte a tale emergenza le istituzioni non sono rimaste a guardare ed è proprio in questo contesto che si inserisce il General Data Protection Regulation: il suo scopo è quello di garantire uno stato di maggiore sicurezza dei dati, obbligando le aziende a prendere provvedimenti seri per adeguarsi. Un provvedimento che, a mio avviso, è stato necessario per dare una scossa alle aziende che non sono molto sensibili a queste tematiche…finché non le tocca da vicino!
Uno infatti degli ostacoli principali è proprio la poca consapevolezza in materia di sicurezza informatica che contraddistingue ancora molte aziende. Una scarsa percezione del rischio che si traduce in impiego di risorse insufficienti – se non nulle – in servizi e tecnologie per la prevenzione e la protezione dal rischio informatico. L’entrata in vigore del GDPR rappresenta uno stimolo affinché la data protection entri a pieno titolo nella considerazione del rischio d’impresa.
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Il nuovo regolamento promuove un atteggiamento proattivo da parte delle aziende, affinché venga garantita maggiore sicurezza dei dati e vengano evitati danni economici e di immagine. Come si può capire dall’estratto riportato di seguito, il GDPR prevede l’obbligo da parte delle aziende di comunicare alle autorità e agli utenti coinvolti, entro 72 ore, di aver subito un attacco informatico con la conseguente perdita dei dati. Un provvedimento che ha la finalità di motivare le aziende a tutelare maggiormente i dati, attraverso soluzioni preventive di monitoraggio, protezione e di backup dei dati e delle soluzioni applicative.
Il GDPR richiede ai controller di notificare le violazioni all’autorità competente entro cui e non oltre le 72 ore dopo la sua rilevazione (a meno di rischi immediati per i diritti e le libertà degli individui, in qual caso la notifica deve essere ancora più celere), solo nel caso in cui siano in gioco i dati personali. Per il GDPR peraltro vi è l’obbligo di informare anche i “data subjects” – ovvero gli individui – se la violazione comporta un alto rischio per i loro diritti e per le loro libertà. Rapporto Clusit 2017
Le violazioni informatiche hanno già di per sé un impatto devastante, ma le conseguenze per un’azienda raddoppiano se si aggiungono i conseguenti danni reputazionali e le sanzioni previste dal GDPR. La mancata conformità potrebbe infatti portare a multe salate fino al 3% del fatturato aziendale. Per evitare tutto ciò, cosa fare se non prevenire?
Prevenzione: ad oggi probabilmente è una delle parole maggiormente usate e in voga nel settore security. Questo la rende sicuramente inflazionata ma, se pensate alle conseguenze appena elencate, prevenire diventa l’unica strategia utile per essere conformi e protetti.
Sono tre le misure principali e davvero utili in questo caso:
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25 maggio 2018. Il giorno del giudizio. Almeno per i poveri marketer, che fra DPO, CRM e GDPR dovranno affrontare interruzioni di ogni tipo di attività promozionale, multe stratosferiche che faranno fallire intere aziende, prigione per i titolari … E che dire di chi invece si occupa di infrastruttura IT? Che non solo deve affrontare criminali informatici sempre più furbi, ma anche un Garante della Privacy ancora più agguerrito nella tutela dei dati e nelle norme che regolano le azioni da intraprendere in caso di data breach.
Questo è quello che ci si aspetta dall’entrata in vigore della GDPR, la nuova normativa europea che a quanto pare renderà la vita difficile a tutti quelli che hanno a che fare col trattamento e la raccolta dati, cioè in pratica chiunque faccia un qualche tipo di attività di marketing. Come se fino ad ora fosse stata facile, direte voi.
Ma siamo sicuri che la situazione sia davvero così tragica?
La risposta breve è: no, affatto, almeno per i marketer. La risposta lunga è: dipende da come avete fatto marketing fino ad ora. Ma cerchiamo di capire meglio la situazione.
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Quando entrerà in vigore la GDPR (General Data Protection Regulation), una normativa europea che il 25 maggio 2018 diventerà effettiva, sarà obbligatorio per tutte le aziende essersi adeguate ed essere in grado quindi di proteggere i dati raccolti. Perché in fondo lo scopo della GDPR è proprio questo, cioè tutelare e proteggere i dati delle persone fisiche. E come darle torto? Dopotutto anche se per lavoro, in quanto operatori di marketing, ci troviamo da un lato della barricata, per la maggior parte del tempo siamo anche noi i destinatari delle attività promozionali di qualcun altro. Quindi a maggior ragione possiamo capire bene entrambi i punti di vista.
Ci è infatti molto chiaro quanto i dati ormai siano un vero e proprio preziosissimo patrimonio, che ci viene affidato e che va protetto da chi ne farebbe un uso scorretto per non dire criminale. Ed è anche giusto informare e garantire trasparenza a chi ci consegna il suo contatto attraverso una richiesta chiara del suo consenso.
Il trattamento dei dati in sé era già disciplinato dalla precedente legge in vigore, cioè il famoso D.Lgs. 196/2003, quindi se già seguivi quelle direttive, hai già fatto una buona parte del lavoro! In Italia infatti le regole sono sempre state piuttosto ferree, mentre in altri posti d’Europa molto meno. Per questo moivo la GDPR ha anche fra i suoi scopi quelli di equilibrare la situazione ed evitare concorrenze sleali.
Senza entrare nello specifico di quali sono le azioni correttive da attuare per essere in regola, vogliamo trattare un argomento di cui siamo esperti, e cioè la correlazione che c’è tra il CRM e la GDPR.
Partiamo dalla protezione. Questa deve essere attuata a livello di infrastruttura IT, e a questo proposito rimandiamo a un altro articolo, in cui analizziamo nello specifico le misure che possono essere adottate per rendere sicuri i tuoi dati.
La protezione passa però anche dal controllo dell’accesso ai dati raccolti, che deve essere regolato e verificato. Perciò sistemi come il CRM, ma anche come l’ERP, per essere conformi alla GDPR devono prevedere un sistema di accessi profilato. Questo significa quindi che ogni utente entrando con la sua password deve poter essere riconosciuto nel suo ruolo e nei suoi permessi. In questo modo gli verrà consentito di visualizzare certi dati piuttosto che altri o effettuare certe azioni di modifica, ad esempio. Tutte queste cose vanno definite a livello aziendale insieme al DPO (Data Protection Officer) in un documento chiamato Privacy Impact Assessment.
L’altro argomento che lega CRM e GDPR che vogliamo approfondire è la gestione del consenso. Noi non vogliamo indagare su cosa bisogna chiedere e in che modalità, ma faremo chiarezza su cosa il CRM consente di fare – o non fare – con quei contatti che hanno dato – oppure no – un certo tipo di consenso al trattamento dei loro dati.
Il tipo di consenso richiesto infatti può variare molto dal tipo di business di ogni azienda e dal tipo di attività di marketing svolte. Inoltre le modalità in cui il consenso viene richiesto possono essere varie. Quello che è importante però è che una volta ottenuti, bisogna essere certi di sapere proteggere i dati e di saperli trattare a seconda del consenso ricevuto.
Ma allora cosa può fare per noi il CRM? Cosa ci possiamo aspettare dal principale strumento per la gestione delle relazioni di un’azienda? Quello grazie al quale si rendono possibili tutte le azioni del marketing contemporaneo? Insomma tutte quelle attività che si rivolgono a un pubblico mirato con messaggi confezionati su misura?
Queste infatti sono possibili solo se il CRM permette di “segmentare” il target, cioè creare gruppi di destinatari suddivisi a seconda di caratteristiche comuni scelte in base alle proprie esigenze.
La segmentazione con la GDPR sarà possibile solo in seguito a un esplicito consenso dato dal contatto in merito all’analisi dei gusti, delle preferenze e delle abitudini.
Un CRM avanzato fa sì che all’interno della scheda anagrafica del contatto sia esplicitato il fatto che questo abbia dato o meno i consensi e quando l’ha fatto. Se il CRM è strutturato bene, queste non saranno semplicemente informazioni archiviate, ma permetteranno o non permetteranno certe azioni necessariamente collegate ai consensi definiti.
Facciamo un esempio molto semplice: qualcuno chiede di essere disiscritto dalla newsletter. Questo campo compilato nella sua scheda anagrafica farà sì che in automatico non venga “pescato” tra i possibili destinatari della prossima comunicazione.
Non solo messaggi che non disturbano, ma messaggi interessanti per chi li riceve! Riesci a farlo con il tuo CRM? Compila il modulo per scoprire gratuitamente come puoi riuscirci con Axioma Cloud CRM.
Insomma, un CRM che è già in grado di fare queste cose, è già conforme alla famigerata GDPR e ti farà quindi risparmiare parecchio tempo e mal di testa nella gestione dei consensi.
Axioma Cloud CRM, e tutti gli altri software di Axioma, possiedono già tutte queste caratteristiche. Se invece sai che il tuo non risponde a queste esigenze o vuoi semplicemente valutare uno strumento innovativo e che sia un reale supporto a marketing, vendite, gestione progetti e post-vendita, allora dà un’occhiata ad Axioma Cloud CRM.
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Con l’articolo di oggi vorrei fare qualche riflessione su una frase che ultimamente ho sentito spesso da aziende straniere, banche comprese, che hanno branch in Italia: “La casa madre ci fornisce tutti i software di cui abbiamo bisogno”.
Bene. Ma per le procedure normative? Per quelle fiscali? Faccio un esempio banale: il calcolo degli ammortamenti fiscali. Faccio questo esempio perché Axioma stessa si è trovata, qualche anno fa, nel bel mezzo di un’analisi sul calcolo dei cespiti di quasi tutti i Paesi europei. L’obiettivo, per una banca cliente, era quello di realizzare una procedura standard per ogni filiale con sede all’estero per poi raccordarla alla contabilità generale della casa madre tedesca. Come ben sapete le normative sono molte diverse da Stato a Stato. C’è di buono, per Axioma, che quella italiana è la più complessa e quindi bene o male vi sono rientrate tutte le casistiche e siamo potuti così partire dal nostro modulo gestionale dei cespiti per definire le specifiche di realizzazione per gli altri Paesi.
Questo è stato possibile per un’azienda italiana che sviluppa applicazioni gestionali da più di 30 anni. Ma se la software house è straniera e non ha personale in Italia che localizza le procedure, come si fa a realizzare o ad aggiornare in tempi brevi software compliant e quindi adeguati alle normative italiane? Soprattutto in un contesto, come quello bancario, dove gli istituti di vigilanza stanno diventando sempre più attenti ed esigenti.
Di come scegliere un software per il settore bancario ne abbiamo già discusso ampiamente in questo articolo e non voglio tediarvi ulteriormente, ma è importante sottolineare come la scelta di un fornitore esperto delle normative che regolano il settore e che offre soluzioni localizzate e rispondenti ai requisiti stabiliti dalla Banca d’Italia e dagli altri enti regolatori sia di fondamentale importanza, prima di tutto, per essere compliant e, poi, per ridurre i tempi per la ricerca delle normative da seguire e i costi di eventuali personalizzazioni per gli adeguamenti (quelli fiscali dovrebbero oltretutto essere gratuiti e quindi compresi nel canone di manutenzione!).
Nel concreto, di quali procedure stiamo parlando?
L’abbiamo già citata prima, quella della gestione dei cespiti. Potrebbe essere svolta tramite un banale file Excel, da ricongiungere comunque alla contabilità, tenendo presenti i vincoli e le regole per il censimento dei beni, per il calcolo degli ammortamenti, per la movimentazione civilistica e fiscale. Regole che, chiaramente, possono cambiare con il tempo. Regole che potremmo scrivere una volta sola in un codice software anziché ricordarcele a memoria con il rischio di errori anche di inserimento dati. Quindi, forse, è meglio adottare un software compliant e integrato che ci consentirebbe inoltre di evitare di inserire manualmente i dati in contabilità.
Un’altra procedura coinvolta è quella contabile dove – tra Certificazione Unica, Spesometro, Superammortamento, Fatturazione alla PA, e, correlata ai documenti fiscali, Conservazione sostitutiva – negli ultimi anni le cose sono cambiate alla velocità della luce!
Ultimo esempio di procedura soggetta a normative, è la Gestione dei reclami. In questo caso Banca d’Italia, ABI, Consob, … “invitano” le Banche ad un’organizzazione più rigida e puntuale della ricezione e risoluzione delle richieste e controversie con la clientela fornendo delle indicazioni ben precise su come registrare i reclami, sull’obbligatorietà di pubblicare report annuali e di inviare ai vari organismi report cadenzati.
Inutile dirvi che Axioma dispone di software compliant alle normative italiane.
L’evoluzione delle tecnologie e il diffondersi di nuovi modelli di innovazione, offrono alle aziende la possibilità di pensare a nuovi processi e nuovi prodotti per aumentare la produttività e avere una visione integrata lungo tutte le attività aziendali. Di conseguenza le imprese cominciano ad interessarsi alle tecnologie che serviranno per affrontare la sfida di questi nuovi processi che prevedono la totale automazione e interconnessione della produzione industriale. Si tratta di pensare ad un flusso produttivo e informativo integrato, automatizzato e più efficiente.
Le aziende più strutturate e attente all’efficienza si sono adeguate già molti anni fa, organizzando al meglio tutte le risorse aziendali per raggiungere standard produttivi e distributivi in grado di soddisfare a pieno la clientela e distinguersi dai concorrenti. Aziende che ancora oggi non arrestano la loro crescita e il loro orientamento verso l’innovazione.
Per citare qualche esempio facciamo il nome di due nostri clienti, entrambi leader nel loro settore: Wamgroup e Ellena.
Wamgroup, leader mondiale nella produzione di macchinari e valvole per la manipolazione dei prodotti in polvere e granuli, fornisce prodotti di qualità industriale studiati appositamente per le diverse esigenze dei clienti.
Wamgroup impiega più di 2.100 persone in più di 60 sedi sparse in 40 nazioni.
La domanda che li ha portati a scegliere la nostra soluzione è stata: come rendere omogenea e coerente l’operatività aziendale per tutto il gruppo?
I diversi siti produttivi, ciascuno con una struttura indipendente, rendevano complessa l’organizzazione aziendale.
Le esigenze di ottimizzare i processi di pianificazione e produzione potevano essere risolte con una soluzione che potesse fornire dati precisi su quanto e quando produrre. Conoscendo i cicli di domanda e offerta, Wamgroup si è garantita una pianificazione più attenta alle diverse logiche produttive. Da qui, ha potuto ottenere un calcolo preciso dei fabbisogni netti dei componenti e delle materie prime, ottimizzare il lead time di produzione, aumentare l’efficienza del reparto logistico e abbassare i costi di magazzino. Inoltre, l’integrazione con l’ERP aziendale, in questo caso SAP, ha garantito la reperibilità di tutto il flusso informativo in entrambe le aree aziendali, amministrativo-contabile e produzione.
Come rendere efficiente, omogeneo e senza errori anche il processo commerciale di tutte le sedi estere? Con il configuratore di prodotto di Axioma.
La forza vendita di Wamgroup è in grado ora di definire il prodotto secondo le richieste specifiche del cliente seguendo un’intuitiva procedura a step, in seguito alla quale può emettere un preventivo commerciale e un’offerta da inviare al cliente. L’area tecnica inoltre, riceverà in automatico codice dei prodotti, distinte base e specifiche tecniche esatte per poter procedere alla messa in produzione in tempi rapidi. Il tutto con la certezza di poter archiviare in formato elettronico documenti tecnici e offerte commerciali.
Adottare questo strumento è stato un valore aggiunto per Wamgroup, perché perfettamente integrato con il gestionale SAP e con il software di gestione della produzione industriale che ha così creato un flusso omogeneo di informazioni che vanno dalla vendita di un prodotto alla consegna della merce.
Ellena Spa è un’azienda specializzata nella lavorazione di precisione su macchine utensili ad asportazione di truciolo e nella progettazione e fabbricazione di gruppi meccanici, oleodinamici e pneumatici. Si rivolge a diversi settori industriali, fra cui quelli di produzione di veicoli industriali, macchine beverage, movimento terra, impianti petrolchimici.
Ellena aveva l’obiettivo di minimizzare le modifiche manuali al piano produttivo, che rallentavano notevolmente le date di consegna al cliente. L’adozione del software di gestione della produzione industriale di Axioma ha permesso loro di ottimizzare i processi di schedulazione e avanzamento della produzione, ma soprattutto visualizzare in tempo reale lo stato di avanzamento dei singoli ordini produttivi così da eliminare questa criticità.
Inoltre il desiderio di passare ad un ERP più moderno e specifico, per migliorare l’operatività interna e la collaborazione con i terzisti, era in pianificazione già da tempo. Approfittando della suite integrata di Axioma, Ellena ha potuto beneficiare dei vantaggi di un flusso continuo tra gestionale e moduli di Supply Chain Management e quindi di un miglioramento nella gestione degli stabilimenti e dell’intera impresa.
In entrambi i casi, il valore aggiunto è dato dall’integrazione delle soluzioni. Per ottimizzare ed aumentare la produttività infatti, è necessario che i dati e le informazioni presenti nel gestionale siano facilmente reperibili dall’area produttiva. Se Industria 4.0 significa adottare nuove tecnologie per rendere processi, persone e macchinari interconessi, Wamgroup ed Ellena, affidando i loro progetti di investimento in ambito tecnologico ad Axioma, hanno varcato l’era della quarta rivoluzione industriale.
Volete approfondire? Ecco i link alle case history: Wamgroup e Ellena Spa.
Quante volte avete sentito parlare quest’anno di e-commerce, shopping online, omnicanalità in riferimento al settore moda? Sarà per l’evento della digital disruption, sarà perché le nuove generazioni digital stanno influenzando sempre di più le dinamiche di acquisto; sta di fatto che l’esperienza di consumo online è ad oggi la prediletta. Viste le dinamiche attuali, in un futuro molto prossimo potrebbe anche confermarsi come la principale. Il mercato del commercio elettronico non sta però sbancando solamente nel B2C. L’e-commerce B2B si sta affermando come un’opportunità da cogliere al volo. C’e solamente un ostacolo: la poca cultura in materia! Vediamo allora di capire il vero valore di questo nuovo tipo di mercato e come sia fondamentale avere dalla propria parte un B2B e-commerce software intuitivo, scalabile e integrato!
Sono 18 i miliardi di euro di valore del mercato B2C contro i 20 di quello B2B (Netcomm, Consorzio del Commercio Italiano Elettronico italiano)
L’e-commerce business to business rappresenta molto probabilmente un’opportunità ben più interessante di quella data dal business to consumer. Soprattutto per il fatto che le relazioni B2B sono la parte più rilevante delle attività di mercato. “Rispetto al fatturato totale delle imprese italiane – oltre 3.600 miliardi di euro – il B2B pesa quasi per il 75%. Il restante 25% (circa 950 miliardi di euro) è il valore delle transazioni che le aziende conducono verso i consumatori finali” (Fonte: Osservatorio Fatturazione Elettronica & eCommerce B2B).
Un valore economico e strategico non indifferente che però l’Italia non ha ancora del tutto compreso. Le aziende B2B peccano infatti di poca consapevolezza nei confronti dell’opportunità che potrebbe portare tale mercato al proprio business.
“In generale avvertiamo una maggiore sensibilità da parte delle imprese verso le opportunità offerte dall’e-commerce B2B inteso come ripensamento digitale del modo in cui un’organizzazione funziona e si relaziona con i propri clienti e fornitori” dice Alessandro Perego, direttore scientifico dell’Osservatorio del Politecnico di Milano. “Questa deve ora diventare una priorità per tutte le aziende e per il sistema del paese.”
Per sfruttare a pieno questa opportunità si dovrebbe cominciare a investire di più in soluzioni e piattaforme che permettano e facilitino il progresso dell’e-commerce. Anche se l’Italia ha registrato una maggiore sensibilità verso questo mercato, tale crescita va ancora a rallentatore, specialmente se la si paragona a quella in corso in paesi come Germania, Francia e Inghilterra.
Da dove partire dunque per sfruttare le opportunità date dal commercio elettronico? Un B2B e-commerce software che permetta di raccogliere e inserire gli ordini in modo automatizzato è il primo step per poter gestire la rete di commercio elettronico in maniera efficiente. Per le aziende del settore moda la scelta del software più adeguato è una vera e propria decisione strategica. Il motivo principale è che un e-commerce B2B ha esigenze molto più complesse rispetto a un B2C.
La domanda è allora; quali criteri utilizzare per scegliere la soluzione più adatta al proprio business? Sono tre le principali caratteristiche:
Voi state già sfruttando l’opportunità dell’e-commerce B2B con le adeguate soluzioni?